Vesti, paramenti e arredi tessili di Palazzo Jatta a Ruvo
Nota: La collezione non è ancora in mostra, verrà resa disponibile al pubblico non appena possibile.
Il Catalogo è in vendita, se sei interessato all’acquisto, vieni a trovarci nel cortile di Palazzo Jatta.
Segni di storie private Segni di storia. Abiti a palazzo Jatta.
Catalogo della collezione di abiti d’epoca (Italiano e Inglese), curato da Roberta Orsi Landini e Maria Pia Pettinau Vescina, con la prefazione di Alvaro Gonzalez-Palacio.
Il patrimonio tessile custodito da Luigi e Rosamaria Jatta nel palazzo di famiglia è costituito da esemplari in ottimo stato di conservazione, appartenuti alla famiglia Bonelli di Barletta e alla famigliaJatta di Ruvo. Quelli della prima, sono confluiti nella seconda a seguito del matrimonio di Anna de Beaumont Bonelli con Giovanni Jatta (1933).
I reperti si collocano, per la maggior parte, fra la metà del XVIII secolo e il terzo decennio del XIX, ma ve ne sono alcuni, ad esempio un’uniforme da grand’ufficiale della Regia Marina, che risalgono ai primi decenni del secolo scorso. Il nucleo settecentesco comprende abiti “interi” da uomo (costituiti da marsina, sottomarsina e calzoni) dai colori brillanti o pastello, singole marsine e gilet. Si registrano abiti e accessori femminili, alcuni corpetti, scarpine impero da abbinare ad una rara veste in maglia di seta avorio, stampata a decoro policromo, degna di figurare fra le più selezionate raccolte museali, e poi le piccole borse, una graziosa sacca da chiacchierino. Vi compaiono anche alcuni capi abbigliamentari da fanciullo (una giacchetta, un gilet, un paio di calzoni) e un corredo da battesimo.
Tutti gli esemplari si impongono per l’ottima fattura sartoriale e per la qualità delle stoffe, che risulta sempre apprezzabile, sia nella versione “unita”, che in quella operata o impreziosita da ricami in argento.
Del tesoretto tessile fanno parte, inoltre, alcuni elementi di arredo in damasco risalenti al Settecentoe paramenti sacri. Questi ultimi dotavano la cappella del palazzo o della villa di famiglia. Alcuni derivano, secondo un antico uso, dal reimpiego di vesti maschili o femminili superate dalle mode e, pertanto, costituiscono un’ulteriore testimonianza delle consuetudini vestimentarie delle persone e della circolazione di tessuti provenienti dalle più note manifatture del tempo.
L’insieme, messo in relazione alla storia delle famiglie Jatta e Bonelli, risulta meritevole di attenzione non solo da parte degli specialisti del settore ma da quanti hanno interesse a conoscere aspetti di costume legati ai riti, al quotidiano, all’immagine che le classi alte davano di se stesse in Puglia, alle trame dei rapporti, alle scelte di gusto via via operate, per nulla provinciali, alla diffusione delle “mode di Francia” nel nostro territorio, a quel consumo di stoffe ricercate, già testimoniato dall’enorme patrimonio tessile conservato nelle chiese della regione.
Maria Pia Pettinau Vescina e Roberta Orsi Landini hanno dato adeguata sistemazione scientifica all’intero nucleo tessile attraverso un volume, attualmente in corso di stampa, per conto dell’editore Claudio Grenzi, di Foggia. Il lavoro delle due studiose, preceduto da un’introduzione di Alvar Gonzàles Palacios, prende in esame modelli e caratteristiche sartoriali in un percorso temporale scandito da figure autorevoli delle due famiglie, messe in luce dalle ricerche archivistiche di Pasquina Fracchiolla, cui si deve peraltro la ricostruzione dell’albero genealogico dei Bonelli.
Le schede di catalogo sono redatte in forma analitica ma possono soddifare più livelli di lettura. Le fotografie sono di Nicola Amato e Sergio Leonardi (Fofogramma, Bari).